Alla presenza dei Sindaci di Ponte Lambro e Castelmarte e del Vicesindaco di Caslino, degli Alpini di Ponte Lambro, Caslino e Castelmarte, del Coro alpino di Canzo e di alcuni esponenti della Protezione civile e dell’Associazione Il ponte, i nostri Ragazzi delle quinte e della scuola secondaria hanno dato corpo e spessore alla Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate.
Molto spazio è stato dato ai simboli: dalla bandiera all’inno nazionale, proprio per sottolinearne il valore e richiamare tutti al rispetto.
I Ragazzi sono stati invitati a riflettere sulla responsabilità che deriva dal ricordo e che richiama ciascuno, oggi più che mai, ad un impegno concreto per la costruzione di un mondo migliore, dove la pace sia garanzia di democrazia e di tutela dei diritti di tutti.
Il valore del ricordo è però anche un valore etico. Non si può ricordare la guerra senza anelare alla pace, che è indispensabile, come l’aria. Infatti, proprio sul valore della pace si sono incentrati i discorsi delle Autorità presenti, che hanno spronato i Ragazzi ad essere protagonisti del cambiamento e veri fautori di un mondo migliore, fatto di incontro e non di scontro, di ascolto e non di indifferenza, di rispetto e non di sopraffazione. Perché, come diceva papa Francesco “la pace è un’azione quotidiana e non solo l’assenza di guerra, da costruire con gesti di fraternità, rispetto e dialogo. La pace è un artigianato: si fa ogni giorno, con le proprie mani”, quindi la costruzione di un mondo migliore passa dalle mani di ciascuno di noi.
Come la guerra anche la pace deve essere totale, nessuno deve sentirsi escluso e ognuno deve fare la propria parte. Tutti, i piccoli e i grandi e naturalmente la Scuola, che ha il compito di raccogliere lo smarrimento che caratterizza il nostro mondo attuale ed assumere la funzione di un laboratorio dell’identità consapevole, aiutando gli studenti a comprendere chi sono e a trovare le parole per esprimere le proprie ragioni.
Purtroppo, però, ci sono situazioni più grandi e più gravi, scenari di guerre che purtroppo ci sono diventate familiari, nelle quali non basta che ciascuno faccia la propria parte, ma occorre qualcuno che vigili sull’incolumità del Paese. Per questo operano l’Esercito Italiano, la Marina Militare, l’Aeronautica Militare, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza e anche i nostri amici Alpini, per proteggere le nostre libere istituzioni e la vocazione dell’Italia a vivere in pace, offrendo una risposta di concordia e affidabilità nella difesa dei diritti di ogni cittadino.
Ma allora cosa fare, nel concreto? Lo hanno declamato, cantato e recitato i nostri straordinari Ragazzi! La Quinta A della scuola di Ponte ha ricordato il valore di un altro importante simbolo, la campana Maria Dolens, realizzata con il bronzo fuso dei cannoni delle nazioni che parteciparono alla Prima Guerra mondiale. I Ragazzi ci hanno dimostrato di aver capito davvero a cosa serve il ricordo, distribuendo a ciascuna Autorità presente una bellissima coccarda con pensieri di pace, efficacissimi nella loro semplicità: “Se fate la guerra io farò sempre la pace!” eccone uno! La Quinta B invece ha declamato una bellissima poesia sul valore della pace, che da ricordo singolo ed emozionato è diventato un grido corale ed accorato. Alle Autorità hanno lasciato un bellissimo portachiavi, realizzato con un pon pon di lana tricolore. I Ragazzi di V del Santa Chiara invece hanno cantato e danzato, con una suggestiva coreografia, che vogliono un mondo migliore e che per realizzarlo sono disposti a lavorare tutti, mettendolo anche per iscritto in un bellissimo cartellone donato agli alpini.
Infine i “Grandi” della Seconda A hanno recitato un brano da “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, facendoci vivere, attraverso la minuta descrizione dell’orrore della morte, tutta la disumanità della guerra, che pone un Fratello contro il Fratello, che mette l’Uomo di fronte alla sua immensa fragilità. Anche i Ragazzi della Secondaria hanno fissato in un cartellone parole e immagini di grande impatto simbolico, invocando la necessità del perdono, come il dono più grande e riportando i simboli dell’orrore tratti da Guernica.
Le riflessioni sono state accompagnate in modo magistrale e suggestivo dagli interventi del Coro degli Alpini di Canzo, che ci hanno trasportato sul fronte, nel gelo delle montagne, scaldato solo dalla fede e dal ricordo degli affetti più veri, verso orizzonti di fraterna speranza.
A tutti, ma soprattutto ai Ragazzi, va un sentito ringraziamento per aver dimostrato che quella della pace “è la strada sola secondo la quale mi pare che io possa procedere”, come diceva san Carlo.
La chiusura di questa breve riflessione la affidiamo a un grande Maestro, Gianni Rodari, che invita alla speranza e a ribaltare le logiche di un mondo di guerra:
Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno.
È come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
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